Video. Giovanni Paolo I difese Paolo VI e l’Humanae VitaeVideo.

La beatificazione di Giovanni Paolo I è strumentalizzata dai progressisti per la loro battaglia contro l’insegnamento dell’Humanae Vitae perché, prima dell’uscita dell’enciclica, quand’era vescovo di Vittorio Veneto, si espresse — seppure a determinate circostanze e solo col permesso del direttore spirituale — in favore dell’utilizzo della pillola anticoncezionale. In realtà, egli fu un uomo di Chiesa pienamente ortodosso e quello fu l’unico — per quanto gravissimo — errore della sua vita. Egli infatti fu il primo vescovo italiano a scrivere al suo presbiterio affinché si obbedisce all’insegnamento del Papa, perché la sua obbedienza era sincera e leale e non meramente “istituzionale”. Quando ci si fida della Chiesa, si viene illuminati dalla Divina Grazia e infatti il vescovo, patriarca e cardinale Albino Luciani comprese perché la contraccezione (in tutte le sue forme e in tutte le circostanze) è contro il volere di Dio e mai da Romano Pontefice, se fosse vissuto abbastanza — come sostengo i progressisti –, avrebbe pensato di cambiarlo “pastoralmente”. Di questo ci sono le prove. Il 27 settembre del 1978, pochi giorni prima di morire, scrisse una lettera all’allora preposto generale gesuiti, Pedro Arrupe, in cui gli diceva di intervenire presso la Compagnia affinché si smettesse di andare contro l’insegnamento della Chiesa riguardo la contraccezione, il celibato e il ruolo della donna. Questa lettera è reperibile in appendice al libretto di Don Leonardo Sapienza intitolato Paolo VI e i gesuiti del 2016, pubblicato con l’approvazione firmata di papa Francesco.

Sicilia contro gli sbarchi, le invettive “cattoliche” sanno di menzogna

Pesanti critiche di parte del mondo cattolico per la decisione del governatore della Sicilia di chiudere i centri di accoglienza – diventati ormai ingestibili per il grosso afflusso di clandestini – e di impedire altri sbarchi. Dai Centri Astalli alla Caritas di Palermo, si invocano le porte aperte, ignorando la differenza tra immigrati illegali e profughi, e dimenticando che tale traffico è gestito da organizzazioni criminali internazionali, cui queste persone si affidano. Mentono inoltre affermando che l’Italia non ha investito “in protezione, accoglienza e integrazioni dei migranti”, quando la realtà dice esattamente il contrario.

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Video. Consacrazione o affidamento? Alle radici di un equivoco mariano

Video-catechesi di P. Serafino M. Lanzetta, tenuta a Radio Buon Consiglio il 18 maggio 2020.

Recentemente si è riaccesa la disputa circa la convenienza o meno della consacrazione a Maria, a cui si preferisce in gran lunga affidamento. Quando avviene questo cambio di rotta? A partire dal 1960, quando alcuni teologi gesuiti ritennero che consacrazione implicasse sempre un atto di latria e che quindi dovesse essere riservata solo a Dio. A Maria ci si poteva consacrare — come attestato dai secoli precedenti — ma solo in modo lato e improprio.

Giovanni Paolo II con l’enciclica Redemptoris Mater in qualche modo renderà ufficiale il neologismo “affidamento” che prenderà così il sopravvento su consacrazione. In realtà, il vero problema che soggiace a questa variazione ha 3 radici:

  • la perdita post-conciliare del concetto metafisico di analogia e di partecipazione;
  • il problema della Corredenzione;
  • l’abbandono della teologia del sacrificio che dà sostanza a consacrazione, cioè all’essere sacrificati esclusivamente a Dio per mezzo di Maria. Affidamento è una perdita non un guadagno.

 

Il vescovo di Indianapolis: quella scuola gesuita non è più cattolica

L’arcidiocesi di Indianapolis, retta da monsignor Charles Thompson, non riconosce più come cattolica una scuola gestita dai gesuiti, i cui vertici rifiutano da due anni di risolvere il contratto con un insegnante unito in “nozze gay”. E annunciano ricorso.

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San Claudio de la Colombière, l’apostolo del Sacro Cuore

«Io ti manderò un mio servo fedele e amico perfetto», aveva promesso Gesù a alla santa Margherita Maria Alacoque, la santa delle straordinarie rivelazioni del Sacro Cuore. Quell’uomo della Divina Provvidenza era il padre gesuita Claudio de la Colombière, la cui memoria liturgica cade il 15 febbraio.

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«Nella Chiesa il sentimentalismo offusca la ragione»

«C’è una forte tendenza a esaltare i sentimenti, svalutare la ragione e quindi infantilizzare la fede cattolica. E il linguaggio ecclesiale oggi in voga è più degno della psicoterapia che non del Vangelo». Parla Samuel Gregg, dell’Acton Institute.

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Video. Vera e falsa mariologia

Attenzione: questo video nasce dalle notizie sulla uscita di un nuovo libro-intervista di Bergoglio e, questa volta, sulla NUOVA MARIOLOGIA…. dopo l’intervista sul Padre Nostro… ora tocca l’Ave Maria e, per ciò che è trapelato e riportato, noi riteniamo un dovere OPPORCI a questo minimalismo mariano.
Ricordiamo che Papa Francesco avendo affermato: “IMMAGINO CHE….” dedicandosi poi ad una nuova versione dottrinale su Maria,  questo NON è più magistero “infallibile papale”, non è magistero dottrinale e perciò può essere criticato e ribattuto con dovizia di prove, come abbiamo fatto nel video.
Quindi RISPETTO AL PAPA MA….. prima di tutto RISPETTO A MARIA SANTISSIMA e a Dio che così l’ha voluta e così ce l’ha donata, come i Padri della Chiesa insegnano e non come si afferma oggi, in questo magistero dell’IMMAGINO CHE….

Per i link consigliati nel video:
la mariologia perversa di don Tonino Bello
Catechismo spiegato da Padre Dragone, la mariologia vera
la deriva dei Gesuiti modernisti

E se invece l’abito facesse il monaco?

L’abito non fa il monaco? In teoria, ma in pratica no. Non è estetica, ma sono in gioco la visibilità della Chiesa come città sul monte, il prete come icona di Gesù Cristo e come colui che interpella il mondo; mentre il prete/religioso non riconoscibile è “sacramento” di una Chiesa totalmente immersa nel mondo con fedeli e preti “cristiani anonimi” di ranheriana memoria, una Chiesa che secondo il linguaggio impietoso delle statistiche vocazionali e della frequenza alla Messa non si rigenera e solo decresce.

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Secondo il Magistero della Chiesa il peccato mortale s’identifica col peccato grave; ecco perché

Attenzione all’artificiosa e diabolica differenza tra il peccato grave e il peccato mortale!

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