L’abito non fa il monaco… ma lo identifica

L’importanza è, per così dire, “simbolica”: è cioè quello che rappresenta che lo rende necessario. L’abito sacerdotale è il segno della Chiesa e quindi di Cristo in mezzo a noi.

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E se invece l’abito facesse il monaco?

L’abito non fa il monaco? In teoria, ma in pratica no. Non è estetica, ma sono in gioco la visibilità della Chiesa come città sul monte, il prete come icona di Gesù Cristo e come colui che interpella il mondo; mentre il prete/religioso non riconoscibile è “sacramento” di una Chiesa totalmente immersa nel mondo con fedeli e preti “cristiani anonimi” di ranheriana memoria, una Chiesa che secondo il linguaggio impietoso delle statistiche vocazionali e della frequenza alla Messa non si rigenera e solo decresce.

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L’ABITO ECCLESIASTICO PER I SACERDOTI NON È UN OPTIONAL, È UN OBBLIGO. LO RICORDA LA SANTA SEDE

L’importanza, anzi dell’obbligatorietà dell’abito talare, per i sacerdoti non è la fissazione di qualche nostalgico del passato. E’ una norma della Chiesa ricordata anche nell’ultimo Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri.

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