Indi, un funerale che profuma di Cielo

Celebrato ieri nella cattedrale cattolica di Nottingham il funerale della piccola Indi Gregory, la bambina di 8 mesi gravemente malata, fatta morire dai medici e giudici inglesi per il suo “miglior interesse”. Il vescovo: «C’è un posto speciale in Cielo per i bambini come Indi».

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Indi Gregory, la bioeticista: «Imposizione ideologia del “best interest”»

Di fronte alle numerose voci che etichettano l’offerta del Bambin Gesù come “accanimento terapeutico”, Claudia Navarini fa chiarezza e lancia un monito: «Non escludo che nel tempo possa accadere anche da noi».

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«Indi come Charlie Gard: dobbiamo combattere, il sistema crollerà»

Alla Bussola parla la mamma di Charlie Gard, il primo dei bambini inguaribili uccisi dal Servizio sanitario britannico: «A noi genitori rimane il senso di colpa per non aver potuto salvare i nostri figli». «In tribunale i medici mentono ma i giudici sono dalla loro parte». «Dobbiamo continuare a combattere per impedire che altre famiglie debbano vivere la stessa cosa».

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«Ultracattolico o di estrema destra? Facili etichette contro i pro life»

Mons. Argüello, arcivescovo di Valladolid, smonta i tormentoni laicisti. Prenda appunti pure la stampa liberal nostrana, grazie.

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«Seppellire i bimbi non nati è un atto di pietà»

Nuovi attacchi da sinistra contro le proposte di garantire il diritto alla sepoltura per i bambini abortiti, anche in assenza di una richiesta della famiglia. Ma oltre alla pietà verso i non nati, insegnata dalla Chiesa, la sepoltura è importante «per l’elaborazione del lutto» da parte dei genitori. Il ddl di FdI colmerebbe «carenze nella normativa attuale». La Bussola intervista don Gagliardini (Associazione Difendere la Vita con Maria), che da oltre vent’anni seppellisce i non nati grazie a convenzioni con le ASL.

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“Unplanned”, vescovi spettatori dell’aborto nel “tempio” dell’Ariston

Venerdì 29 luglio, al Teatro Ariston, sarà proiettata la pellicola basata sulla storia vera di Abby Johnson, l’ex direttrice di una clinica di Planned Parenthood convertitasi alla causa pro vita dopo aver assistito a un aborto. Attesi cinque vescovi, tra cui mons. Suetta, che parla alla Bussola elogiando il valore culturale dell’iniziativa. Tanti i giovani coinvolti.

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L’infanticidio ci fa orrore (ma anche l’aborto uccide)

Un caso immaginario (ma frequente) e un caso di cronaca, entrambi dolorosi, ci spingono a chiederci perché ci si indigna (giustamente) per una madre che uccide sua figlia e si approva invece l’uccisione di un figlio nel grembo materno. Perché non si percepisce il nascituro come persona. Ma di questo passo chi potrà limitare il diritto di vita e di morte?

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Aborto, la sentenza della Corte suprema USA: perché tanto clamore?

Per promuovere l’aborto, oltre ad esaltare il diritto di scelta della donna, si è reso necessario «anestetizzare» e obnubilare le coscienze. Il figlio deve perdere il suo profilo umano, deve ridursi ad un «cumulo di cellule» e la sua espulsione dall’utero materno deve essere vissuta in una sorta di estasi e di subcoscienza, la sua uccisione non deve essere percepita come tale ma descritta come «espletamento di una procedura». La riaccensione del dibattito sull’aborto sembra aver arrestato questo processo di intorpidimento dei sensi e aver portato ad un brusco risveglio della coscienza.

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