Ecco perché la 194 non va blindata, ma abrogata

La 194 risponde a tutte le caratteristiche di iniquità, essendo la sua “ragion d’essere” la soppressione di esseri umani innocenti nel grembo materno. Per questo non ci sono mezze misure attuabili, essa va abrogata. Per chi si ostina pervicacemente ad affermare che ciò è un’utopia, o chi addirittura, come il Ministro Eugenia Roccella, si spinge ad affermare contro l’evidenza che essa «stabilisce il valore sociale della maternità», rispondiamo che la vera utopia non è l’abrogazione di una legge positiva (ogni legge umana, proprio in quanto tale, è sempre abrogabile). La vera utopia è pensare di poter applicare uno strumento concepito per uccidere per tutelare la vita umana innocente. Sarebbe come pretendere di utilizzare una macelleria per coccolare agnellini. Anche i primi cinque articoli della 194 sono funzionali alla sua ragion d’essere: infatti, essi continuano a frenare una reale opposizione del mondo pro-life.

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«Ultracattolico o di estrema destra? Facili etichette contro i pro life»

Mons. Argüello, arcivescovo di Valladolid, smonta i tormentoni laicisti. Prenda appunti pure la stampa liberal nostrana, grazie.

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«Seppellire i bimbi non nati è un atto di pietà»

Nuovi attacchi da sinistra contro le proposte di garantire il diritto alla sepoltura per i bambini abortiti, anche in assenza di una richiesta della famiglia. Ma oltre alla pietà verso i non nati, insegnata dalla Chiesa, la sepoltura è importante «per l’elaborazione del lutto» da parte dei genitori. Il ddl di FdI colmerebbe «carenze nella normativa attuale». La Bussola intervista don Gagliardini (Associazione Difendere la Vita con Maria), che da oltre vent’anni seppellisce i non nati grazie a convenzioni con le ASL.

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Aborto, la sentenza della Corte suprema USA: perché tanto clamore?

Per promuovere l’aborto, oltre ad esaltare il diritto di scelta della donna, si è reso necessario «anestetizzare» e obnubilare le coscienze. Il figlio deve perdere il suo profilo umano, deve ridursi ad un «cumulo di cellule» e la sua espulsione dall’utero materno deve essere vissuta in una sorta di estasi e di subcoscienza, la sua uccisione non deve essere percepita come tale ma descritta come «espletamento di una procedura». La riaccensione del dibattito sull’aborto sembra aver arrestato questo processo di intorpidimento dei sensi e aver portato ad un brusco risveglio della coscienza.

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66.413 (e più) motivi per abrogare la Legge 194

Il Ministero della Salute ha presentato la Relazione sulla 194. Gli aborti ufficiali, nel 2020, si attestano sui 66.413, un dato in diminuzione, ma che non tiene conto dei potenziali aborti con i cosiddetti “contraccettivi di emergenza”, le cui vendite crescono. Aumenta il ricorso alla RU. E i dati sui colloqui confermano che la 194 è fatta per abortire, non per salvare. Va abrogata.

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«Abrogare la 194 si può. Ma servono formazione e preghiera»

La sentenza della Corte Suprema USA sull’aborto può offrire ai pro vita italiani «un’opportunità per mettere in discussione una legge ingiusta». C’è un grande lavoro da fare sul piano normativo e culturale, perché «nessuna ragione può prevalere sulla sacralità della vita umana». La Chiesa non può, in nome del dialogo, venir meno alla «doverosa chiarezza» su aborto e 194. E serve recuperare la convinzione che «le buone battaglie si vincono innanzitutto con la forza di Dio». La Bussola intervista Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia – San Remo.

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Aborto, “dogma” che svela le contraddizioni pro choice

Il ministro della Salute portoghese propone benefit ai medici che scongiurano l’aborto delle pazienti. Viene subissato di critiche e la proposta viene bocciata anche se prevedeva la contraccezione. I pro choice in realtà non sono più per una scelta libera, ma mettono l’aborto davanti a tutto come l’unica scelta possibile davanti a una gravidanza indesiderata.

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Heidi Crowter: io, Down, faccio causa al Parlamento britannico

La donna che ha ottenuto il diritto a un processo alla Corte d’Appello di Londra contro la legge sull’aborto che discrimina i bambini non nati con sindrome di Down, parla alla Bussola: «Mi fanno sentire come se non dovessi esistere. Ma la gente deve sapere che siamo esseri umani che possono vivere una vita fantastica. A darmi forza in questa battaglia è la mia fede cristiana».

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