Il cardinale di Toronto critica Wuerl e Rosica per aver accusato i vescovi conservatori di non amare questo papa.

L’ultima trovata dei progressisti: difendere la dottrina significa essere contro il papa. Il cardinale Collins respinge le accuse al mittente. 

Traduzione di “Cristianesimo Cattolico” per i nostri lettori.

di Pete Baklinski (28-10-2015)

Il cardinal Thomas Collins, arcivescovo di Toronto, ha criticato il cardinale Donald Wuerl, arcivescovo di Washington, e il portavoce del Vaticano per la lingua inglese, padre Thomas Rosica, dopo che i due hanno lasciato intendere che i vescovi fedeli alla dottrina “non amano questo papa”.

Il card. Collins
Il card. Thomas Collins

“Non so dove il cardinale Wuerl o padre Rosica vogliano andare a parare”, ha detto Collins da Roma durante un’intervista radiofonica con il Toronto Star la scorsa settimana. “Il Santo Padre”, ha aggiunto il prelato canadese, “è stato molto chiaro: se qualcuno ha delle cose da dire, le dica. Questo non significa opporsi al Papa. È ridicolo! Che cosa avremmo dovuto fare, stare tutti zitti?”.

Collins è uno di quei padri sinodali che hanno firmato una lettera a papa Francesco in cui si esprimeva preoccupazione per la direzione presa dal sinodo sulla famiglia. Ha detto che stava semplicemente compiendo il dovere di un cardinale, cioè dare “consigli sinceri ed onesti al Papa” quando ha messo il suo nome sulla lettera.

Il cardinale Wuerl, in un’intervista alla rivista americana dei gesuiti, America Magazine, ha duramente criticato coloro che hanno firmato quella lettera. “Mi chiedo se queste persone che stanno parlando, talvolta di nascosto, altre volte girandoci attorno”, ha accusato il prelato di Washington, “mi chiedo se a loro piaccia questo Papa”.

Il Toronto Star ha riferito di aver ricevuto le osservazioni del card. Wuerl da una email di P. Rosica, sacerdote basiliano e fondatore dell’emittente Salt and Light Television, insieme con questo messaggio: “Condivido pienamente la valutazione del cardinal Wuerl”.

Padre Rosica è stato criticato durante il sinodo perché, durante i briefing, i suoi riassunti degli interventi dei padri sinodali erano chiaramente dalla parte dei progressisti. In una delle prime conferenze stampa, per esempio, Rosica ha sottolineato con forza soprattutto gli interventi di quei vescovi che vogliono ammorbidire il linguaggio della Chiesa sul peccato dell’omosessualità.

“Deve esserci una fine al linguaggio di esclusione e una forte enfasi sull’abbracciare la realtà così com’è. Non dobbiamo aver paura di situazioni nuove e complesse”, ha detto Rosica. “Il linguaggio di inclusione deve essere la nostra lingua, sempre considerando possibilità e soluzioni pastorali e canoniche”.

Durante una trasmissione di EWTN, Robert Royal, editorialista di TheCatholigThing.org, ha notato che i commenti di Rosica “hanno preso tutti di sorpresa, perché sembrava venire dal nulla. Nessuno degli altri portavoce di altre lingue aveva menzionato una sensibilità di linguaggio per gli omosessuali”.

La lettera riservata firmata da tredici cardinali, consegnata a papa Francesco il 5 ottobre, è stata resa pubblica dal vaticanista Sandro Magister il 12 ottobre.

La lettera ha sollevato preoccupazioni circa “elementi problematici” nel documenti di discussione del sinodo, l’Instrumentum Laboris, nonché circa le nuove procedure sinodali, definite come “prive di trasparenza e di autentica collegialità” e di non essere “il vero e tradizionale spirito e scopo di un sinodo”, infine circa come “le nuove procedure sembrano progettate per facilitare dei risultati predeterminati su importanti questioni controverse”.

Tra i firmatari ci sono: il cardinale australiano George Pell, membro del consiglio dei cardinali per gli affari economici, il tedesco Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale americano Timothy Dolan, arcivescovo di New York.

John Henry Westen, giornalista di LifeSiteNews, in un editoriale della scorsa settimana, ha definito “eroica” la decisione del cardinal Collins di mettere il suo nome nella lettera al Papa.

“L’atto eroico del cardinale Thomas Collins, arcivescovo di Toronto, di firmare la lettera dei tredici cardinali indirizzata al Papa in cui si esprime grave preoccupazione per la manipolazione al sinodo, gli avrà senz’altro causato molta sofferenza. L’ho incontrato in un ristorante romano e sembrava molto stanco. Gli ho detto semplicemente grazie e gli ho offerto preghiere in sostegno della sua attività in difesa della vita e della famiglia”, ha scritto.

Fonte: lifesitenews.com

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