Fumare è peccato? No, ma è un vizio che va domato

La Chiesa nel suo insegnamento non si è mai espressa sul tabacco. Il rischio che in alcune persone causi dipendenza e sia causa di gravi danni per il proprio organismo c’è. Il Catechismo della Chiesa cattolica si esprime in questa linea: “La virtù della temperanza dispone ad evitare ogni sorta di eccessi, l’abuso dei cibi, dell’alcool, del tabacco e dei medicinali” (CCC 2290).

Dalla rubrica Un Sacerdote Risponde a cura di P. Angelo Bellon OP del sito Amici Domenicani.

21 aprile 2024

Quesito

Caro Padre Angelo,
mi son sempre chiesto questo, che risulta tabù, di cui nessuno parla, soprattutto nella Chiesa: Ma il vizio del fumo come è considerato nella Chiesa Cattolica, nella morale? Peccato veniale o mortale?
Premetto che non sono un fumatore…ma mi sono sentito dire spesso “dipende da quanto se ne fa uso” però è una risposta che non mi basta e non mi convince, perché anche solo una sigaretta (o altro) ti fa male.
Non mi è mai stato argomentato e si trova pochissimo in rete.
Sinceramente non mi pare un atteggiamento cristiano o un bell’esempio un sacerdote che “tra una messa e l’altra” fuma e arriva in Chiesa che sembra essere stato in un circolone (una specie di digiuno eucaristico dal fumo, no?)…o anche quando vai confessarti  e puzza tremendamente di nicotina (questo succede anche col sudore ma in quel caso è altro da considerare…)…boh sono confuso.
Leggevo qualche anno fa che dal 01/01/2018 Papa Francesco ha imposto il divieto di fumo a dipendenti, religiosi e diplomatici:
Cosa è possibile dire in merito.
Grazie mille in anticipo.
Francesco


Risposta del sacerdote

Caro Francesco,
1. la Chiesa nel suo insegnamento non si è mai espressa sul tabacco. Dal momento che l’uso del tabacco può avere anche degli effetti immediati benefici, pur tenendo presente che è sempre tossico, viene valutato alla luce delle azioni a duplice effetto di cui uno è buono e l’altro cattivo.
L’effetto tossico viene tollerato, come un volontario indiretto.

2. Indubbiamente l’uso del tabacco ha effetti stimolanti e calmanti.
In alcuni stimola i processi del pensiero ed è di tonico dell’organismo. In passato molte persone proprio per questo usavano il tabacco da naso. Molti ecclesiastici ne facevano uso.
Anche a San Pio X, quand’era patriarca di Venezia, lo passava al giovane Perosi, che era maestro di cappella della basilica di San Marco.

3. Per altri l’uso del tabacco ha una funzione di calmante, perché distrae il soggetto.
Indubbiamente c’è anche questo benefico. Lo si nota soprattutto in persone particolarmente ansiose.
Ma non va dimenticato che quando fu introdotto in Europa circa 500 anni fa se ne faceva uso come antidolorifico e come farmaco efficace contro vari malanni, a cominciare dal mal di denti.

4. Soprattutto nel XX secolo si è diffuso attraverso la sigaretta.
Certo, come si è rilevato, l’elemento tossico c’è. Ma viene tenuto nella medesima considerazione degli effetti indesiderati di qualsiasi farmaco.
Per questo la Chiesa nel suo insegnamento non si è mai pronunciata.

5. Il rischio che in alcune persone causi dipendenza e sia causa di gravi danni per il proprio organismo c’è.
E di fatto giustamente i ministeri della sanità mettono in guardia dai rischi che si corrono.
Secondo i dati offerti dall’ordine mondiale della sanità ogni anno 1 milione di persone morirebbero per malattie causate dal fumo.
Se si tiene presente che ogni anno muoiono 40-50 milioni di persone, il tasso di mortalità e malattie e di mortalità legati al fumo è davvero alto.

6. Ragion per cui sono doverose le campagne antifumo, sebbene i risultati siano per ora molto scarsi.
Papa Francesco non ha proibito il fumo in sé e per sé, ma ha proibito che in Vaticano si fumi, come del resto in molti luoghi pubblici.
Non si possono far pagare agli altri gli effetti del fumo cosiddetto passivo.

7. Rimane comunque che non è facile quantificare il peccato neanche per chi fa eccessivo uso del fumo: talvolta vi sono evidenti disturbi nella personalità.
Meriterebbe invece un discorso a parte lo spreco di denaro da parte di non poche persone che invece, cessando di fumare, potrebbero farsi dei meriti per la vita eterna dando in elemosina ciò che vanamente consumano nel fumo.
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo


Dalla rubrica Un Sacerdote Risponde a cura di P. Angelo Bellon OP del sito Amici Domenicani.

22 dicembre 2015

Quesito

Buongiorno Padre,
a seguito di discussioni con amici cattolici, mi sorprendo come la teologia cattolica non comprenda tra il peccati il vizio del fumo.
A parer mio dovrebbe essere considerato un peccato mortale (per cui chi ha questo vizio non potrebbe aver diritto all’accesso all’Eucarestia se non dopo pentimento e assoluzione).
Le spiego perchè.
Al di là del fatto che il fumo è stato “scoperto” molti secoli dopo la redazione delle Sacre Scritture, ma vorrei fare il paragone con il vizio della masturbazione.
Il vizio della masturbazione è considerato dalla teologia cattolica un peccato mortale (quindi passibile di dannazione eterna in caso di impenitenza). Non mi metto a discutere su questo punto con cui concordo, ma vorrei far notare che il vizio del fumo è assai peggiore.
Infatti il vizio del fumo nuoce gravemente alla salute (più del vizio della masturbazione, questo credo sia certo, visto che di tabacco si muore, di masturbazione no). In più è un peccato contro la salute altrui (fumo passivo), pertanto è un male che lede il prossimo, incolpevole del fumo passivo altrui e che causa danni gravi alla salute di chi incolpevolmente lo subisce. San Paolo dice che il corpo è il tempio dello Spirito Santo, per cui bisogna averne cura, e non vedo come riempire di catrame i polmoni, oltre a danneggiare quelli altrui, non sia un peccato contro il proprio corpo. Tra l’altro rimando anche al quinto comandamento, visto che il fumo è un suicidio lento.
Alla luce di queste considerazioni, sarei d’accordo che teologicamente il peccato del fumo venga per lo meno rivisto, inserendolo almeno nel vizio capitale della gola, e considerandolo quanto meno un peccato veniale (anche se io sarei d’accordo di inserirlo tra i mortali, considerato che il danno che provoca è peggiore di quello provocato dalla masturbazione).
Mi piacerebbe avere un Suo parere,
la ringrazio,  Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
1. la gravità del peccato non si desume principalmente dal danno che una determinata azione comporta per la salute, ma dal disorientamento che comporta nei confronti di Dio.
La fornicazione non comporta alcun danno alla salute, ma è un peccato grave.
Anche la masturbazione non comporta in genere grossi danni alla salute, ma è ugualmente peccato grave.
Infatti l’ambito della sessualità tocca l’intimo nucleo della persona e stravolge il disegno divino sulla sessualità. Nel fondo di se stessi ci si sostituisce a Dio e ci si fa arbitri di una determinata potenza (quella generativa) che di suo è ordinata a suscitare la vita e a mantenere la persona in un atteggiamento di dono di sé, di vero amore.

2. Il fumo non tocca l’intimo nucleo della persona e neanche l’orientamento di fondo nei confronti di Dio.
Il fumo, come il caffè, è catalogato nella teologia cattolica tra le sostanze voluttuarie e stimolanti.
Tanto il fumo come il caffè danno un senso di soddisfazione e di benessere alla persona e fanno riprendere il lavoro con un tono rinnovato.
Indubbiamente può nuocere a se stessi, come nei casi in cui si esagera e può nuocere agli altri.
Nei confronti degli altri inoltre, se non nuoce, può produrre fastidio.

3. Anche il vino può provocare danni alla salute e molti altri disastri nell’ambito sociale (incidenti sul lavoro, per strada, ecc.).
Ma in se stesso non è un male. Può essere usato male e allora diventa peccato.

4. Il Catechismo della Chiesa cattolica si esprime in questa linea: “La virtù della temperanza dispone ad evitare ogni sorta di eccessi, l’abuso dei cibi, dell’alcool, del tabacco e dei medicinali” (CCC 2290).

5. Pertanto l’abuso del tabacco può diventare peccato: ma è difficile in concreto quantificarlo.
Una cosa è sicura ed è questa: è molto difficile che si raggiunga il peccato mortale. Nel caso di persone che fumano moltissimo vi sono soggiacenti molto spesso problemi psicologici gravi, che ne diminuiscono la responsabilità. In tante di queste persone il fumo alleggerisce il loro stato di tensione.
È interessante notare che il catechismo della Chiesa Cattolica non menzioni neanche la parola fumo.

6. Negli ultimi decenni sono stati fatti studi seri sugli effetti negativi del fumo. Questi effetti negativi non solo lievi.
Ma la loro non immediata percezione, anzi il benessere immediato che si prova fa sì che non si abbia piena avvertenza della mente.
Il fatto poi di vedere medici, educatore e sacerdoti che fumano rende ancor più tranquilla la coscienza.
Sicché anche soggettivamente è difficile stabilire se si possa essere in  presenza di un peccato veniale.

7. Ma poiché i danni causati dal fumo sono accertati sia per chi fuma sia per la società stessa, il legislatore e chi è incaricato in modo speciale di promuovere il bene comune ha il compito di fare opera di istruzione e di prevenzione.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

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