La serie sul risveglio eucaristico affascina oltre 300.000 spettatori

Sulla strada per Emmaus ha riscosso un clamoroso successo sui social media. Un successo che fa riflettere

di Paola Belletti (29-06-2024)

L’ipotesi di alcuni santi, da santa Teresa di Lisieux a san Pio da Pietrelcina, su quanta ressa dovrebbe affollarsi in ogni chiesa dove si celebri l’Eucarestia , se davvero conoscessimo in cosa consista, potrebbe trovare una  conferma digitale dal successo di questa serie web. Il vescovo di Lansing, una diocesi del Michigan, ha promosso una serie di video su YouTube della durata di un anno , in vista del Congresso Eucaristico Nazionale, per accompagnare i fedeli passo passo nel significato della santa messaLo leggiamo sulle pagine di National catholic register: «Nella domenica del Corpus Domini del 2023, il vescovo Earl Boyea (…) ha lanciato una serie di video della durata di un anno chiamata Sulla strada per Emmaus . Da allora, la serie, che accompagna gli spettatori passo dopo passo attraverso la Santa Messa, ha ricevuto più di 300.000 visualizzazioni totali su YouTube».

SUCCESSO NEI SOCIAL MEDIA

Alcuni frame proposti su Instagram come reels hanno raggiunto quasi 130.000 visualizzazioni e 23.000 sono attualmente gli iscritti alla newsletter settimanale. Vista la popolarità della serie la sua durata è stata prolungata fino ad agosto. Tra i numerosi spettatori, una giovane famiglia con due bimbi ancora piccoli ha spiegato i motivi di tanto apprezzamento, legato innanzitutto al beneficio di conoscenza e approfondimento dei contenuti di fede, per questo i due giovani sposi sono soprattutto grati per i contenuti video della serie: “Una delle cose che apprezzo davvero di questa serie di video è che ci offre modi pratici per farlo”, ha detto John Paul al Register. “Sono piuttosto attiva nella mia fede cattolica, ma sto ancora imparando tanto, e mi piace questo”, ha detto Patrycia. Uno dei maggiori vantaggi, ha detto, è l’attenzione su “tutte le parti belle e intricate che non avevo mai conosciuto prima”. Il vantaggio: “È facile e accessibile”. Una dimostrazione di come sia giusto e alla nostra portata cercare nuovi linguaggi e stili per consegnare l’immutabile e sempre nuova verità di cui la Chiesa è segno e custode.

CONOSCERE CIÒ IN CUI SI CREDE

Il vescovo, che non è un giovane smanettone in cerca di profitto sul web, ha infatti pensato di utilizzare questo mezzo per aiutare le persone a scoprire per la prima volta, riscoprire o approfondire le verità e le meraviglie della liturgia eucaristica. Già altri sacerdoti – ne segnaliamo solo un esempio tra i più recenti – hanno utilizzato catechesi a mezzo video per accompagnare i fedeli cattolici a capire cosa davvero avvenga nella messa, quale sia la realtà significata dai misteri celebrati e di cosa dunque facciamo parte quando partecipiamo alla celebrazione.

ADORARE IL PADRE CON CRISTO

«Da parte sua, Mons. Boyea ha voluto fare qualcosa di innovativo legato al risveglio eucaristico . Il vescovo Boyea porta l’attenzione su verità importanti che le persone potrebbero aver dimenticato e che dovrebbero conoscere. “Durante tutta la Messa, tranne quelle occasioni in cui ci rivolgiamo specificamente a Gesù, ci rivolgiamo al Padre. Ci uniamo a questo atto di adorazione”, ha spiegato al Register. “Penso che sia qualcosa a cui molte persone non pensano troppo. È ovviamente un tema prioritario, ma è molto importante perché arriva davvero al cuore, in un certo senso: perché Gesù ci ha dato questo sacrificio? Era perché voleva che condividessimo il suo sacrificio al Padre”.» Alla fine di ogni episodio il vescovo lancia una sfida che ha un obiettivo pedagogico perché chiede di concentrarsi su un significato in particolare e su una pratica che lo sottolinei e lo integri nella nostra pratica.

Nell’episodio sulla Parola di Dio e il Credo, per esempio, ha proposto di «fare un profondo inchino durante il Credo alla Santa Messa ogni volta che diciamo insieme: ‘Per opera dello Spirito Santo, nacque dalla Vergine Maria e si fece uomo’. Tale inchino significa riverenza e onore mostrati alle persone stesse o ai segni che rappresentano per noi. Questo è Gesù Cristo Dio fatto uomo, realmente presente nella Santa Eucaristia”.» Questi gesti che le generazioni passate imparavano dai più anziani o al catechismo (e non è detto che tutti avessero chiaro il significato nè che quella modalità fosse migliore) ora possono essere recuperati anche così, seguendo una serie su Youtube. Un’altra challenge è quella legata al modo con il quale ci si accosta alla Comunione. Certo, sentirla chiamare “sfida” può far arricciare più di un naso: eppure la sostanza è salva. La sfida della 52 settimana consiste nel preprarsi adeguatamente e vivere una bella confessione, anche se non si è in stato di peccato mortale.

I frutti già visibili di questo metodo sono, per esempio, quelli che sottolinea John Paul Berkemeier: le sfide settimanali aiutano lui e la sua famiglia a mettere in pratica la fede e, aggiunge, «sapere che lo stiamo facendo insieme ad altri cattolici aiuta a rafforzare anche la nostra fede».

VESTIRSI PER LA MESSA

Chi ha figli piccoli o più grandi ma una buona memoria sa che il tema di come ci si vesta per partecipare alla messa è tutt’altro che marginale. Inserirlo in una riflessione più ampia e corroborata dalla conoscenza storica del principale rito cattolico non può che aiutare genitori e figli a viverla con più consapevolezza. Alcune settimane di On the Road to Emmaus prevedono la presenza di ospiti legati al tema al centro dell’episodio. Ad esempio, ” Dressing for Mass ” della settimana 7 con Richard Budd che, insieme alla moglie, ha così commentato: «Quando facciamo qualcosa come impegnarci un po’ di più per vestirci bene per l’atto di adorazione che è la Messa, questo ci preparerà in vari modi, spiritualmente, psicologicamente, mentalmente, per essere in grado di entrare in quello spazio, per essere in grado di dire a noi stessi che questa non è un’attività banale in cui stiamo entrando, che stiamo effettivamente andando a qualcosa di unico in tutte le cose che facciamo nella nostra settimana”, ha detto Budd al Register. “Quindi il nostro aspetto esteriore, per quanto possibile, dovrebbe essere influenzato dalla realtà di ciò che stiamo facendo perché può informare i nostri cuori”».

Riedl, il giornalista multimediale che ha realizzato il progetto del vescovo Boyea, ha riferito al Ncr quanto stia a cuore a Sua eccellenza l’uso dei nuovi media come potente strumento di evangelizzazione e di quanto le persone abbiano fame di conoscere più profondamente i contenuti della loro fede: «È stato uno strumento molto utile e lo ha davvero aiutato a toccare i cuori e le anime delle persone, soprattutto in quest’anno di rinascita eucaristica». Farsi tutto a tutti per salvare a ogni costo qualcuno è un imperativo di carità creativa che da San Paolo, l’apostolo delle genti, a un vescovo statunitense che usa con intelligenza i nuovi strumenti multimediali, continua a innervare le iniziative di chi intende diffondere nel mondo il Vangelo, in qualsiasi condizione sia dato di vivere.

(Fonte: Il Timone)

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