Da Fiducia supplicans alle norme sul discernimento dei fenomeni soprannaturali

Le nuove norme del Dicastero della Fede negano ai Pastori della Chiesa la possibilità di accertare le tracce dell’intervento di Dio nella storia degli uomini, partendo dal presupposto che la Rivelazione pubblica della Chiesa è chiusa con la morte dell’ultimo apostolo. Ma sarebbe temerario prendere pretesto da questo indiscusso principio per ignorare o sottovalutare il peso storico delle autentiche manifestazioni celesti, passate, presenti e future. Come si potrebbero liquidare con un generico nihil obstat i messaggi celesti di Paray-le-Monial, di Lourdes e di Fatima, per limitarci a quelle rivelazioni di cui, in maniera spesso solenne, la Chiesa ha riconosciuto l’origine divina?

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