Per meditare sul Natale evitando quella tipica letteratura natalizia falsa e stucchevole, la cosa migliore è ricorrere ad un classico: leggere le splendide omelie sul Natale e sull’Epifania del papa San Leone Magno.
Per meditare sul Natale evitando quella tipica letteratura natalizia falsa e stucchevole, nella quale Dio è ridotto ad una sorta di Babbo Natale e la sacra celebrazione festiva viene sostituita da un chiassoso e superficiale “buonismo”, la cosa migliore è ricorrere ad un classico: leggetevi queste splendide omelie sul Natale e sull’Epifania, pronunciate da san Leone I, detto Magno, Papa e Dottore della Chiesa (V secolo).
Non si tratta solo di uno squisito esempio di predicazione liturgica e di commento alla festività religiosa; non è solo una convincente esortazione al raccoglimento, alla meditazione, alla riforma spirituale, alla carità cristiana, espressa con un linguaggio insieme dolce e vigoroso. Queste omelie racchiudono un vero e proprio trattato di cristologia, espresso in termini tanto semplici quanto dotti, tanto caldi quanto profondi.
Il Natale è visto da san Leone come «il mistero della divina misericordia», «il sacro evento dell’umana restaurazione», «il mistero dell’unione tra la Potenza (divina) e la debolezza (umana)». La temporale generazione umana del Verbo incarnato viene contemplata alla luce dell’eterna generazione divina del Verbo trinitario, e la sua celebrazione viene corredata dalla confutazione delle eresie cristologiche dell’epoca: nestorianesimo, eutichismo, ma anche manicheismo.
Le prediche del Papa santo si basano sul fatto storico della Natività, che viene illustrato nei minimi dettagli, ma poi si elevano alla sua difesa apologetica, alla sua spiegazione dogmatica, alla sua penetrazione mistica e infine concludono con la concreta esortazione parenetica, vista nella prospettiva della fine dei tempi e della gloria eterna che ci aspetta.
Il Natale viene celebrato come il festoso inizio della vittoriosa guerra proclamata dal Redentore contro il demonio e le sue opere:
«Gesù Cristo è venuto per abolire il contagio del peccato, non per tollerarlo».
Notevoli anche i passi nei quali sancisce la missione provvidenziale di Roma, che «da maestra di errori è diventata discepola della Verità».
Nella prima predica di questa raccolta troviamo la elevata e famosa esortazione:
«Riconosci, o cristiano, la tua dignità! Reso partecipe della divina natura, non voler tornare, con una vita indegna, all’antica bassezza! Ricordati di quale Capo e di quale Corpo dei membro!».
Questo testo di Guido Vignelli è stato tratto dal periodico Radici Cristiane.
(fonte: radioromalibera.org)