Il quotidiano La Stampa ha pubblicato (domenica 16 ottobre), occupando ben due pagine del giornale, un articolo a firma di Giacomo Galeazzi ed Andrea Tornielli, dal titolo Quei cattolici contro Francesco che adorano Putin. Nello stesso era menzionato anche don Nicola Bux. Il dott. Galeazzi, in effetti, giorni fa, aveva posto a don Nicola cinque domande, di cui riportiamo la trascrizione delle risposte originali. La prima concerneva le ragioni dell’opposizione, interna alla Chiesa cattolica, così vasta verso il Vescovo di Roma attualmente regnante; la seconda, in continuazione con la prima, riguardava i “singoli casi” contemplati dall’esortazione Amoris laetitia per l’accesso dei c.d. divorziati risposati alla Comunione; la terza il dialogo aperto da Francesco con i musulmani; la quarta la libertà di esprimere la propria posizione, anche dissenziente, all’interno della Chiesa; l’ultima, la funzione del papa nella Chiesa. Il blog Scuola Ecclesia Mater ha giustamente ritenuto che fosse cosa utile, in nome del pluralismo ecclesiale e della libertà cristiana, riportare, in esclusiva, per intero la trascrizione delle risposte, volendo in tal modo fornire il contesto delle frasi pubblicate (evidenziate in neretto), al fine di favorire in tal modo anche una più completa comprensione dell’intero pensiero di don Nicola.
Giorno: 18 ottobre 2016
Wikileaks, lo staff della Clinton ha fomentato “infiltrazioni” nella Chiesa cattolica
L’obiettivo era far sorgere una “primavera cattolica”, insinuando nella Chiesa idee progressiste rivoluzionarie fino a farla implodere.
I vescovi cattolici della Scandinavia: Lutero non può essere festeggiato
“Nonostante tutte le ragionevoli spiegazioni, la Riforma ha creato una divisione nel cristianesimo che ne ha sofferto e ne soffre ancora oggi. A causa di questa divisione la Chiesa cattolica nei Paesi nordici ha potuto ricominciare a vivere solo dopo diversi secoli”, e per questo “il 500° anniversario dell’inizio della Riforma non può essere festeggiato, ma dovrebbe essere invece commemorato in uno spirito di pentimento”. Lo si legge in una Lettera pastorale della Conferenza episcopale nordica diffusa sabato scorso in Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Islanda.
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